Gay & Bisex
Incontri, lussuria, carnalità, delusioni (2)
di Grey-Heron
30.12.2024 |
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"2 Victor
Sto scendendo le scale dal terzo piano a piedi..."
Collage o mosaico? Incontri, lussuria, carnalità, delusioni.Aprendo questo racconto, non si trova una storia da seguire, ma porte da attraversare. Un collage di brevi racconti è un mosaico narrativo. Un intreccio di frammenti di vita vissuta, di immagini nitide, di ricordi, emozioni vivide, momenti sospesi e mondi che si incrociano. E oltre ogni porta, forse, c'è un frammento anche del tuo racconto.
1 Toy Boys a Buenos Aires
Ho scritto un racconto (Buenos Aires) circa un viaggio di lavoro in Argentina. Sono tornato per un mese in vacanza successivamente. Amo quel paese e la sua gente. Qui due narrazioni tra quelle vissute a Buenos Aires, la città più europea del continente americano.
La città dopo la terribile dittatura militare respirava un'energia elettrizzante di rinascita e vitalità. La città, un tempo oppressa dal silenzio e dalla paura, era divenuta un palcoscenico di vita notturna, creatività e voglia di futuro. Le caffetterie erano vive a ogni ora del giorno e della notte. Gli angoli del quartiere di San Telmo o di Palermo Vecchio erano affollati di locali che sembrano non spegnersi mai, dove l'empanada è il preludio di serate interminabili. L’atmosfera era febbrile, come se tutta Buenos Aires si fosse messa d’accordo per non dormire mai. Questo era tempo fa ma lo è tutt’ora.
Due disco gay sono disponibili e altri locali stanno per inaugurare. Sono dentro al Contramano disco bar nella Recoleta. La pista da ballo è gremita, illuminata da strobo intermittenti che creano un effetto ipnotico, mentre i DJ alternano hit internazionali e ritmi latini irresistibili. Sguardi, approcci, sorrisi, toccate furtive si sprecano.
Si avvicina a me un bel gnocco di maschio, faccia da duro, in canotta, bicipiti e tricipiti ben evidenziati, mani forti. Iniziamo la solita conversazione di rito e quando scopre che sono italiano mi chiede se voglio andare con lui per qualche ora. “Non lavoro, sono disoccupato e se mi fai un regalo lo accetto volentieri”. Ammetto che è il tipo di maschio dal quale mi farei fare di tutto però sono giovane, non ho mai pensato di pagare un marchettaro e in fondo sento un sentimento di orgoglio. Sono comunque tentato. Ha un fisico da urlo e lo vorrei. Gli chiedo quanto e pretende 100 dollari più il costo della stanza. Ritengo la cifra anche se negoziabile a 80, esagerata per quei tempi e per tutta la situazione; in più l’orgoglio si fa sentire e rifiuto. Lui inizia opera di convincimento ma la termino li.
Una sera, sul tardi dopo essere uscito da un cinema, incrocio un ragazzetto. I nostri sguardi si fissano per qualche secondo. E’ bello come il sole, viso da angioletto. Mi passa accanto e continua la sua lenta camminata. Immagino quanto sia bello averlo nudo a letto.
Faccio qualche decina di metri, mi fermo davanti ad una vetrina e a mia sorpresa lo vedo riflesso nel vetro. Sta appoggiato alla parete del palazzo di fronte fumandosi una sigaretta e mi osserva insistentemente. Riprendo la mia passeggiata e non so come abbia fatto ma lo vedo ancora davanti a me che cammina verso la mia direzione. Lo raggiungo e… “Holà”. Gli dico subito senza mezzi termini che è molto bello. Sorride con una espressione di falso timido. Ma è veramente bello come il sole. Mi dice che sta fumando l’ultima sigaretta però, non ha i soldi per comprarne altre.
Avendo già compreso dove la conversazione va a parare, mi offro di comprargliene un pacchetto. Indossa jeans e una maglietta rosa attillata il giusto per mostrare le forme di un bel fisico. Leggermente più basso di me, mi mette voglia di abbracciarlo e coccolarlo. Mi chiede che altro farò questa notte e gli rispondo che mi piacerebbe passarla insieme a lui.
Naturalmente chiede un regalo che dopo una piccola trattativa termina con una richiesta di venti dollari. Mi fa tanta tenerezza. Si vende per soli 20 dollari se paragono ai 100 che mi ha chiesto l’altro. Mi invita a decidere se vogliamo andare da me oppure lui conosce un hotel preposto a queste attività. Scelgo l’hotel però solo dopo aver visto un documento che mi certificasse la sua età. Mi è sorto il dubbio che sia minorenne. Il documento conferma che ha compiuto diciannove anni da tre mesi.
L’hotel è un caseggiato di un solo piano terra e le stanze si raggiungono dopo aver attraversato un cortile stile coloniale, ricco di piante. In stanza c’è una tv e si può scegliere video porno etero, bisex e gay. Mi dice subito che lui si eccita solo se guarda video etero e qui la cosa mi insospettisce. Ci spogliamo e noto che ha piegato i suoi vestiti con tanta cura e diligenza; ho la percezione che lo fa come mamma sua gli ha certamente insegnato. Il bravo ragazzo della porta accanto. Che tenerezza!
Ci stendiamo nudi sul letto. Lui sta rigido come un legno interessato a guardare un porno etero. Devo fare tutto io. Non c’è partecipazione. Lo spompino, lo lecco un poco ovunque, lo sego. Il ragazzo non ne ha un’idea. E qui mi fa ancora più tenerezza. Smetto di giocarci, lo abbraccio e ci addormentiamo così. La mattina successiva mi sveglio poco dopo le ore sei. Lui dorme tranquillo. Mi siedo sul letto ad osservare cotanta bellezza fisica da fare un baffo al David di Firenze. In silenzio mi alzo e mi rivesto. Metto trenta dollari (dieci in più) sul comodino ed esco tirandomi dietro la porta il più silenziosamente possibile.
Le caffetterie, simbolo dell'anima porteña, sono vive a ogni ora del giorno e della notte, come il Caffè Tortoni, con i suoi specchi e lampadari retrò. L'aroma del caffè si mescola al profumo della pasticceria appena sfornata. Mi fermo. E’ il momento giusto per una piccola colazione.
2 Victor
Sto scendendo le scale dal terzo piano a piedi. Che cazzoooo…è mai possibile che con un ragazzo cosi bello si possa fare soltanto un incontro fugace e non vedersi più? Esatto…è così. La vita gay è un susseguirsi di incontri da una botta e via, destinati poi a diventare soltanto un nebbioso ricordo. Amaro stile di vita questo.
Mi ha localizzato mentre sono in Piazza Santa Croce a Firenze. Pure lui è in pausa pranzo. Mi chiede se voglio raggiungerlo a casa sua nemmeno tanto distante. Sono visibili soltanto poche foto dei nostri profili, ma le sue promettono bene. Sarà uno dei temuti incontri al buio che non prediligo assolutamente. Ma ho voglia di sesso con un maschio e il mio cazzo reclama soddisfazione. Attraverso un viale, trovo il civico giusto e salgo i tre pieni a piedi.
Un bel figo mi apre la porta, alto come me, bello di volto, affabile ma con una nota di circospezione sul viso. Mi accompagna in salotto e senza perdere tempo ci sediamo sul divano. Quattro chiacchere che si prolungano un po troppo come se egli sia indeciso sul da farsi. Gli chiedo senza mezzi termini se si procede e oppure no. Si alza e inizia a spogliarsi. Ha un fisico molto ben fatto e veramente sexy come lo sono la maggior parte dei giovani brasiliani, si…perché Victor è brasiliano. Ha pure il cazzo bellissimo, da scappellare, la pelle leggermente più scura del resto del corpo, morbida e liscia come la seta. Il cazzo che chiunque vorrebbe in bocca e in bocca lo prendo sicuramente. Ma prima di procedere mi accompagna in bagno e come già mi aveva chiesto in chat mi chiede di farmi un bidet. Mi osserva mentre lo faccio e poi se lo fa lui.
Torniamo in salotto, stende una coperta sul divano e ci accomodiamo belli nudi. I cazzi sono dritti, la voglia c’è. Controlla una cosa sul cellulare, lo posa e poi iniziamo a sbaciucchiarci ovunque ma non in bocca. Mi dedico al suo cazzo con desiderio e voglia di succhiare. Poi cambiamo i ruoli, Victor ora mi sta succhiando.
Dopo un certo tempo (siamo ingriffati come i ricci) decide che mi vuole vedere sborrare, mi fa alzare dal divano, mi dice di mettermi tra il salotto e il corridoio. Sono in piedi a gambe larghe e cazzo duro, lui accanto a me si prodiga a segarmi di brutto e al momento giusto mi chiede di sborrare direttamente sul pavimento in parquet di legno. Poi si sega lui e viene spruzzando sulla mia sborra. Mi suggerisce di rifare il bidet se voglio mentre ripulisce il pavimento.
Ritorno dal bagno e lo trovo nudo seduto sul divano che sta digitando un numero. Mi ordina di non parlare, sta chiamando la polizia. Io vado in panico e penso che questo possa essere un maniaco. Potrebbe chiamare la polizia e raccontargli qualsiasi cosa sul mio conto. Impreca che non rispondono subito e mi ripete di non parlare che sta richiamando. Io sudo freddo e gli chiedo che cosa io abbia fatto per chiamare la polizia.
“Ma nooo…li ho già chiamati ieri per avvertirli che un idiota ha parcheggiato la macchina da due giorni proprio davanti alla sede dove lavoro e a malapena si può entrare o uscire dal portone. Ancora non rispondono. Ci sono dei clienti che non possono entrare o uscire agevolmente”. Mi mostra sul cellulare un portone inquadrato da una telecamera. In effetti una macchina ostacola l’ingresso. Tiro un sospiro di sollievo.
Sto scendendo le scale dal terzo piano a piedi. Che cazzoooo…è mai possibile che con un ragazzo così bello si possa fare soltanto un incontro fugace e non vedersi più? Esatto…è così. La vita gay è un susseguirsi di incontri da una botta e via, destinati poi a diventare soltanto un nebbioso ricordo. Amaro stile di vita questo.
3 In Camper
“Vieni da me, ho voglia di farmi scopare, sono sul camper, parcheggiato sul viale, sotto gli alberi, sono nudo ti aspetto, non fare caso al cane…è docile”. Il messaggio mi è arrivato così, senza fronzoli o giri di parole.
Un sole implacabile batte sull'asfalto, che quasi sembra tremolare per l'effetto della calura. L'aria è immobile, senza il minimo alito di vento, e il caldo opprimente si fa sentire, quasi appiccicoso sulla pelle. Il viale, lungo e fiancheggiato da alberi alti, offre una parziale tregua con la loro ombra che scivola sul marciapiede. Alcune auto sono parcheggiate ordinatamente ai bordi della strada, protette dal sole dai rami frondosi. Intravvedo il camper che sta parcheggiato sotto due pini. Da qualche parte, lontano, un vago rumore di traffico suggerisce la vicinanza alla città.
Parcheggio la mia auto, mando un messaggio che sono sotto al camper. La porta si apre, salgo ed entro non prima di aver inciampato in un cagnetto scodinzolante. Lui è giovane sulla trentina, totalmente nudo, fisico asciutto, un poco più basso di me, rasato e senza un pelo. Un bel tipetto che si rivelerà poi essere famelico di cazzo. Il portamento è da maschio insospettabile. Bene mi piace così!
Il camper è di dimensioni ridotte, grande sufficientemente per due persone. Gli interni si sviluppano in un unico ambiente. La zona giorno comprende un'area con sedili e un tavolo, convertibili in letto. Infatti è il letto che su questo mezzo ha il ruolo principe essendo il camper usato come scannatoio.
Ci presentiamo e mi dice di non far caso al cane, è abituato a vedere persone. Vedo che il ragazzo, oltre che avere un bel corpicino ha anche un bel cazzo ma soprattutto un bel culetto tondo e sodo. La situazione mi eccita e mi viene l’uccello duro. Mi spoglio mentre lui apre un preservativo che poi mi infila segandomi. Poi si abbassa e si prende tutta la bestia in bocca e mi tira un pompino al condom. Sebbene ci sia un sistema di raffreddamento, fa piuttosto caldo dentro al camper. Pure lui ha il cazzo duro ma è stato chiaro fin dal primo messaggio, vuole essere scopato. Mi molla il cazzo e si gira a pecora sul letto. Ha un culetto favoloso, bello tondo. Gli allargo le chiappe e osservo il buco del culo che andrò a prendere tra poco.
Mi chiede di spalmargli un poco di gel sul buchetto dal tubo che tiene a portata di mano. Provvedo e gli scivolo dentro piuttosto facilmente. Ovvio che è abituato a farsi scopare. Fottiamo per alcuni minuti, ma fa un caldo boia. Cambiamo posizione e gli chiedo uno smorzacandela che accetta volentieri.
Mi stendo sulla schiena e lui mi monta sopra impalandosi sul mio cazzo. Cavalca prendendosi la bestia tutta dentro. Siamo coperti di sudore, goccioline scendono ovunque dalla nostra pelle. Non vedo l’ora di sborrare e terminare questa sudata. Veniamo quasi insieme. Gli sborro nel culo riempiendo il serbatoio del preservativo mentre lui schizza su di se, su di me, sul lenzuolo, un casino! Tanti strappi di carta da un rotolo ci permettono di pulirci alla bell’è meglio. Mi vesto, ci salutiamo e scendo in strada. Siamo ancora in contatto ma non abbiamo avuto modo di farci ancora una trombata…chissà…forse più avanti si farà.
4 Li ho accoppiati
Ho due amici carissimi un Lui e una Lei che ho fatto conoscere, che si sono accoppiati e ora sposati e qui, il diavolo (io) ci ha messo lo zampino.
Estate di circa un decennio fa o anche di più. Tramonto in spiaggia, molto tardi. Ormai sono andati via tutti. E’ la mia ora preferita. Procedo lungo la spiaggia per tornare a casa. I piedi affondano nel bagnasciuga, accarezzati dall'acqua tiepida, in un cammino che unisce terra e mare in un momento di pura serenità ma la mia attenzione cade su il dio Nettuno che sta facendo acquagym a mollo fino all’ombelico.
Spalle larghe, pettorali ben sviluppati, braccia forti, capelli cortissimi. Mi fermo ad osservare tutti gli strani movimenti ginnici. Lui si accorge di me e continua la sua ginnastica. Io insisto nell’osservare e lui si dedica ancora di più ai suoi esercizi ma lo fa in modo molto esibizionista, più o meno come tutti i fisicati che amano farsi guardare. Poi, Nettuno esce dall’acqua e si dirige verso di me. Fianchi stretti, pancia piatta, un bel pacchetto sotto il costume e gambe sode con polpaccioni in evidenza.
Gli chiedo che tipo di ginnastica fosse e iniziamo a conversare. Il mio obbiettivo? Capire se ci sta a finire sotto le coperte con me. Si palesa etero ma gli piace la mia conversazione e accetta tutti i doppi sensi, anzi ci gioca su. Ci avviamo verso le macchine dopo che lui si è asciugato sempre in modo molto esibizionista. Poiché la mia vettura era più lontana mi offre un passaggio sulla sua.
In auto gli sparo il domandone: “Sei un gran bel maschio fisicato e mi piacerebbe farti un bel pompino per farti godere, ti va?” Ribadisce che è etero, ha un figlio avuto dalla attuale compagna e che lei non gliela da ultimamente. Insomma, mi fa intendere che no non è si e non è no…ma un ni! E che per lui sarebbe la prima volta.
Ha una attività artigianale ed eventualmente se voglio passarlo a trovare in laboratorio una sera dopo il lavoro mentre si allena sulla panca con i pesi, posso guardalo mentre si gonfia i muscoli e che mi piace guardare. Ok ci mettiamo d’accordo per mercoledì sera.
Nettuno, si toglie la maglietta e rimane in boxer. Fisico da urlo. Si stende sulla panca, afferra i pesi e inizia a sollevarli con metodo. E’ la sua ora di ginnastica dopo il lavoro.
Ampi banchi da lavoro attrezzati, scaffalature e armadietti per organizzare utensili, materie prime e accessori e una zona relax. Una piccola area per riposare, uno scaffale di libri e documentazione e qualche attrezzo ginnico. Osservo Nettuno che esibisce per me. Gli chiedo se si può togliere i boxer e fare ginnastica nudo.
Da bravo esibizionista accetta volentieri e si prodiga in altri esercizi mirati. “Ora ti succhio il cazzo e tu continui a fare palestra…ok?” Mi guarda e accenna un si con la testa. Mi inginocchio di fianco alla panca, gli prendo il cazzo in bozza che da moscio diventa duro subito e succhio come non ci fosse un domani. Lo sbocchino bene e lui si lascia andare, poi lo sego fino a farlo sborrare come un cammello.
Il fattaccio si è ripetuto ancora una volta, poi non abbiamo sentito la necessità di rifarlo.
Come è finita? Una mia collega di lavoro si dimostrava troppo interessata a me da parecchio tempo. Le donne quando ci si mettono sono tenaci. Poiché non mi andava di rivelare i cazzi miei e non volevo ferirla incominciai come scherzando a dirle che le dovevo trovare un marito. Colsi l’occasione quando mi disse che aveva bisogno di un artigiano che potesse fare delle piccole riparazioni in casa.
Le feci conoscere Nettuno e lavorandoli alle costole individualmente feci in modo che finissero a letto insieme. Convivono da quasi vent’anni e sono coppia felice. Amici miei molto cari tutt’ora. Ovviamente lei non sa nulla del fattaccio tra Nettuno e me.
Seguirà racconto nr 3
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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